I grandi erbivori alpini rivestono una grande importanza per la conservazione della natura. Sono dette specie ombrello perché la loro tutela assicura protezione ad ampie porzioni di territorio e agli interi ecosistemi che le abitano.
In tutta Europa, sulla spinta della conservazione dello stambecco, del camoscio e del cervo, sono state costituite numerose aree nazionali protette che hanno avuto immediati effetti sulla salvaguardia della biodiversità, un forte impatto sulla diffusione della cultura della conservazione ed importanti ricadute economiche sul turismo.
In questo senso i due Parchi Nazionali partner del progetto sono un valido esempio di quanto la protezione accordata ai grandi ungulati di montagna — in particolare allo stambecco e al cervo — sia risultata utile per porre sotto tutela tutto il sistema della diversità animale e vegetale all’interno dei confini delle due aree.
Per questa ragione i sistemi di controllo e misurazione degli effetti della protezione e il trasferimento delle conoscenze diventano essenziali tanto per le azioni di terreno quanto per le strategie di conservazione delle aree protette e per la divulgazione e la comunicazione verso il pubblico.
Alla luce delle suddette dinamiche, il Parco Nazionale Gran Paradiso ed il Parco Nazionale Svizzero condividono la volontà di collaborare in attività di ricerca e divulgazione congiunta, nonché in iniziative che sostengano scambi di competenze ovvero la creazione di collegamenti in rete (con specifica attenzione alle reti ecologiche transfrontaliere), fino a interventi di valorizzazione, sensibilizzazione e di educazione ambientale. Entrambe le aree protette coltivano ormai da diverse fasi di programmazione partenariati transfrontalieri e transnazionali che – in particolare all’inizio degli anni 2000 – hanno contribuito a rafforzare (o in alcuni casi addirittura a introdurre) buone pratiche di conservazione delle specie protette e, più in generale, alla valorizzazione della biodiversità delle Alpi.
Da qui nasce lo stretto legame tra conservazione della natura e ricerca scientifica. Lo studio e la ricerca sugli ungulati di montagna ha particolare rilievo se viene attuata sul lungo periodo ed i Parchi nazionali, per la loro organizzazione, per il personale che li compone e per l’alto grado di tutela nei confronti degli impatti antropici, sono gli unici enti in grado di garantire, in collaborazione con le Università, la raccolta di dati a lungo termine. In questo senso, i due parchi nazionali, partner del progetto, sono un valido esempio di quanto la protezione accordata ai grandi ungulati di montagna, allo stambecco in particolare, sia risultata utile per porre sotto tutela tutto il complesso sistema della diversità animale e vegetale posto all’interno dei confini dell’area protetta. Per questa ragione, la messa in comune di sistemi di controllo e di misurazione degli effetti della protezione ed il trasferimento delle conoscenze diventano strategici ai fini del raggiungimento degli obiettivi che seguono, a cominciare dalle azioni di terreno fino ad arrivare alle strategie di conservazione delle aree protette ed alla divulgazione e comunicazione verso il pubblico in generale.
le attività sul territorio